Consolarsi a vicenda - Foggia Trasgressiva

Consolarsi a vicenda - Foggia Trasgressiva


In questo periodo di feste e di ricorrenze, dove tutti sembrano sfoggiare la versione più felice di sé, pronta per essere postata su qualche social media, io vado controcorrente, ma non certo per colpa mia: alla vigilia delle vacanze natalizie, infatti, il mio fidanzato storico, con il quale ho condiviso tutto e a cui ho regalato i miei anni più belli, mi ha piantata di punto in bianco, proprio quando si stava iniziando a parlare di convivenza. La batosta fu per me davvero tremenda, e già pensavo di dover trascorrere il Capodanno sola soletta, a sorbirmi film struggenti mentre mangiavo qualche schifezza, lontana da tutto e da tutti, quando seppi che anche Michela era stata lasciata qualche giorno prima di me, e anche lei era devastata. La conoscevo dalle scuole elementari, quando si chiamava ancora Michele, legammo subito e le stetti accanto durante tutto il suo impegnativo percorso di transizione, che ci rese inseparabili. Negli ultimi mesi non ci eravamo viste molto, forse complici i nostri problemi di coppia, ma quando mi chiese di organizzare per l'ultimo dell'anno una serata sotto le coperte a guardare tutto quello che Netflix aveva da offrire di struggente non me lo feci ripetere, almeno potevamo consolarci a vicenda parlando male dei nostri ex...
Manco a dirlo, quella pazza di Michela si presentò da me con due ore di anticipo e già con il suo pigiama rosa d'ordinanza, assieme ad un borsone pieno di merendine e alcol a buon mercato, quasi del tutto finito già alla seconda puntata di una strampalata serie che decidemmo di iniziare a vedere, in questa serata dove lasciavamo agli altri i festeggiamenti. Ad una scena particolarmente divertente, Michela scoppiò in una solenne risata, che ben presto però di trasformò in un sommesso pianto, colpita com'era da un attacco di nostalgia improvviso, che nemmeno i miei più stretti abbracci sembravano consolare. Rimanemmo così per un po', semi distese nel letto, l'una accanto all'altra, le mie braccia attorno alle sue spalle e la mia testa bene impressa nell'incavo del suo collo.
Non so quanto tempo trascorse, ma ad un certo punto notai che il respiro di Michela, prima scosso da dei sommessi singhiozzi, ora era affannoso, con le sue mani ancora più strette di prima e un erezione impossibile da non notare; quasi immediatamente mi ritrovai bagnata, al solo pensiero di cosa poteva succedere. Certo, tra di noi c'erano stati momenti di tensione sessuale in precedenza, dove le battute sconce si sprecavano da ambo i lati e che mi avevano convinta che, nel remoto caso in cui fossimo finite a letto, avremmo fatto faville; ora, quel caso non sembrava più tanto lontano, anzi, passarono pochi attimi e la mia amica mi diede un rapido, sfuggente bacio sulle labbra, per poi ritornare a sfuggire al mio sguardo.
Solo allora presi coraggio e fui io a baciarla, soffermandomi di più sulla sua bocca e schiudendone le labbra, infilando cauta la lingua, che ebbe il potere di azionare le mani di Michela, ben presto intente ad accarezzarmi dentro i pantaloni, mentre io facevo lo stesso con il suo arnese, liberandolo dalle mutande e facendolo uscire. Ok, in passato mi era capitato di vedere l'attrezzatura di Michela, a volte per scherzo, a volte per puro caso, ma ora, pronto com'era per qualche coccola hot, rimasi impressionata da quanto potesse diventare turgido, una durezza che aumentò di secondo in secondo, ogni volta che con la mano lo toccavo, scoprendone il glande dalla pelle per poi ricoprirlo subito dopo. I movimenti erano lentissimi da parte di entrambe, volevo godermi il momento e, allo stesso tempo, ero come frenata da questa piega non prevista, che divenne ancora più strana quando Michela decise di avventurarsi tra le mie gambe, andando ad assaggiarmi là dove ero già bagnatissima. Credo che per lei fosse la prima volta che faceva una cosa del genere, con le sue mani che mi tenevano le cosce spalancate, la sua iniziale esitazione e, infine, il suo buttarsi a capofitto sul mio sesso, senza mezze misure, affondando il viso dentro di me. Sentii la sua lingua, dapprima esitante, iniziare a lavorare velocemente, su e giù, sapendo già perfettamente cosa fare e come muoversi, tanto da farmi portare quasi subito la testa all'indietro, nel tentativo di non lasciarmi sfuggire nessun gemito, tentativo miseramente fallito devo dire...
Michela nel frattempo aveva iniziato a toccarsi con una certa lena, sembrava proprio averci preso gusto, al punto che quando si staccò, con la mano libera, continuò a masturbarmi, allungandosi per arrivare al mio viso e baciarmi nuovamente. Sentii il mio sapore sulle sue labbra, così volli immediatamente conoscere il suo: la spinsi di lato, la feci accomodare tra le coperte e, tuffata sotto il piumone, cercai con la bocca il suo bastone, che non faticai a trovare, prima tenendo per qualche istante la punta stretta tra le mie labbra, poi cacciandomi tutto in bocca. Beh, proprio tutto a dire il vero non riuscii a infilarcelo, mica era come il modesto arnese del mio ex, sto parlando di un pezzo di carne grosso come mai ne avevo avuti in precedenza, nemmeno impegnandomi riuscivo a farlo sparire dentro, nonostante tutti i miei sforzi e quelli di Michela, che tenendomi la testa, tentava di farmi andare più giù che potevo, il tutto con una risatina complice che mi accendeva ancora di più...
Nel frattempo, la serie tv continuava a raccontare la sua storia, ma noi eravamo impegnate in altre, ben più divertenti, faccende, con la mia amica che, stufa di rimanere passiva, mi spinse di lato e, una volta sopra di me, iniziò a strusciare il suo membro in mezzo alle mie gambe, riuscendo nell'incredibile impresa di farmi bagnare ancora di più, così fu un gioco da ragazzi, anzi, nello specifico da ragazze, entrarmi dentro, con la sua verga che affondò in profondità sin dalla prima spinta, facendomi vedere le stelle. I movimenti di Michela erano lenti e sensuali, le nostre bocche non si staccavano l'una dall'altra, indugiando in baci al rallentatore e giocando con le rispettive lingue, senza smettere di sorridere con gli occhi, in una complicità assoluta. Le mie gambe cingevano la vita di Michela, incrociandosi dietro la sua schiena, e con i talloni spingevo la mia amica verso di me, per sentirla dentro il più possibile, mentre le sua mani mi accarezzavano ora il viso, con dolcezza, ora i seni, con cupidigia, fino a spingersi attorno al mio collo, stringendomi leggermente la gola e facendomi eccitare ancora di più, tanto che gli spasmi dei miei orgasmi furono forti come mai ne avevo avuti, con buona pace del mio ex, il cui ricordo sbiadiva di secondo in secondo...
Michela stringeva sempre più forte, di pari passo con il ritmo dei suoi colpi, sempre più serrato e deciso, tanto che le mie gambe non riuscivano più a tenerla ferma e rimanevano spalancate, scombinando tutte le coperte sotto cui ci eravamo infilate, il tutto mentre il volume della tv era totalmente sovrastato dai nostri gemiti, sempre più rumorosi e affannati. Michela avrebbe continuato all'infinito a pomparmi in quella maniera, ma ora volevo farla godere, così in tutta franchezza le chiesi se e come volesse finire: in risposta, mi fece girare e, senza una parola, ricominciò a penetrarmi, questa volta alle mie spalle, senza però abbassare il ritmo, sempre indiavolato.
Fu proprio in quei momenti che ebbi l’orgasmo migliore della serata, anzi, della vita, grazie a Michela e alla sua maestria, con lei che, esausta, mi riversò tutto il suo nettare sulla schiena, proprio mentre l'ultimo episodio della serie iniziava alla tv: erano passate ore ed ore tra coccole e carezze, baci e marachelle varie, nessuna delle due si ricordava perché avevamo scelto proprio quel programma tv, né di cosa parlasse, avevamo capito entrambe che, fin da subito, era solo una scusa per stare sotto le coperte assieme, coperte ora ammucchiate alla rinfusa ai piedi del letto, testimoni di quello che avevo appena fatto con la mia amica... La prima volta che incrociai lo sguardo di Michela dopo il misfatto, mi aspettavo una qualche traccia di imbarazzo, o di rimorso, ma con mio grande sollievo vedevo solo complicità e un'aria piuttosto beffarda e divertita: capii quasi subito che entrambe ci stavamo lasciando i nostri ex alle spalle, e poco importava quale sarebbe stato il nostro futuro, se come affiatate amiche o come un qualcosa di più, la sua spensieratezza era contagiosa, la filosofia del chi vivrà vedrà mi sembrò quella giusta da adottare, e lo penso tutt'ora...

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